Chiara Vingione Incanta Tutti Con L’inno Di Mameli Cantato In LIS

Chiara Vingione è un’atleta 26enne con sindrome di Down nata in provincia di Latina, prima donna ad essere convocata dalla Nazionale di Pallacanestro FISDIR, la Federazione Italiana Sport Paralimpici degli Intellettivo Relazionali). In poco tempo Chiara è diventata un’icona. Anche chi non ne conosce il nome e l’intera storia la ricorda sicuramente per la sua interpretazione dell’Inno nazionale cantato con la Lingua dei segni prima delle gare con Portogallo e Turchia, per la quale le è stata conferita la Laurea Honoris Causa in Economia e Tecnica della Comunicazione da parte della ISFOA, Libera e Privata Università di Diritto Internazionale. Le abbiamo chiesto di condividere con i lettori di Juvenilia il ricordo di queste esperienze indimenticabili e di anticiparci qualche dettaglio su alcuni progetti di vita ai quali tiene particolarmente.

 

Sei molto giovane ma la tua vita è già ricca di emozioni. Qual è stata per te è la più grande in assoluto finora?
Sono tante le forti emozioni che ho vissuto, soprattutto nell’ultimo periodo. Ho vinto con la mia squadra il campionato Europeo di basket, sono la prima donna a far parte di una squadra nazionale italiana di basket con disabilità, ho segnato il mio primo canestro nella partita con il Portogallo, mi hanno dato una laurea. Sono molto felice di tutto questo, di avere sempre la mia famiglia e il mio fidanzato con me. Spero di potermi sposare un giorno e di vivere come tutti gli altri la vita di coppia. È per questo che in estate, ho partecipato con il mio fidanzato, ad un progetto dell’AIPD che si chiama “Amore, Amicizia, Sesso: parliamone adesso”, attraverso il quale abbiamo fatto la convivenza per una settimana sul lago di Bracciano, girando un docu-film che si chiama “Come una vera coppia”. Guarda, è stato fantastico.


Sei stata la prima ragazza ad essere convocata nella Nazionale italiana di pallacanestro con sindrome di Down della FISDIR. Come ti sei sentita dopo la convocazione? E come va con i compagni di squadra?
Benissimo, è stata una cosa inaspettata, una sorpresa per me. Mi sono sentita e mi sento benissimo, sono stata molto felice ed emozionata soprattutto perché è sempre stato il mio sogno. E posso assicurare che tutti i sogni si avverano! Con la squadra va tutto bene, i miei compagni sono fantastici, mi hanno accolta bene, ho fatto tante nuove amicizie e mi sono sentita subito parte della squadra.

 

Hai incantato davvero tutti quando hai cantato l’Inno di Mameli attraverso la Lingua dei segni italiana. Per questo la ISFOA ti ha conferito la Laurea Honoris Causa. Per noi sei a tutti gli effetti una grandissima comunicatrice… ti ha stupito questo riconoscimento?
Mi ha stupito molto, in realtà tutto quello che è successo negli ultimi mesi è stata una sorpresa continua. La laurea è uno dei traguardi più belli che mi rende molto felice, avevo già intenzione di iscrivermi all’università in scienze dell’educazione per diventare una maestra, dopo il tirocinio lavorativo che ho svolto per un anno in un asilo nido comunale “Asilo nido Arcobaleno” nel mio paese, Spigno Saturnia in provincia di Latina. Posso dirti che è stata l’emozione più bella della mia vita.


La tua “performance” sicuramente ha sensibilizzato molto. Quale messaggio hai voluto trasmettere?
È importante comunicare per tutti ed è giusto comunicare anche con i ragazzi sordi che non comprendono la “nostra lingua”. È per questo che ho iniziato ad imparare la lingua dei segni, grazie ai corsi della Cooperativa Nuovo Orizzonte di Formia e alla mia insegnante del cuore Katia Macelloni. Questo nuovo linguaggio che ho imparato negli anni mi ha permesso di esprimermi facilmente anche con persone sorde, così da non escludere nessuno.


C’è qualcuno in particolare che ti è stato molto vicino e ti ha supportata nel raggiungimento di risultati così grandi?
Sì, per prima la mia famiglia che mi è stata sempre vicino e mi ha accompagnato in ogni nuovo successo, poi tutti i miei compagni di squadra del Basket4ever di Formia, i miei coach e tutti i miei amici, che con un messaggio o una telefonata mi hanno fatto sentire la loro vicinanza e hanno festeggiato con me i miei successi.