Se Esclude Non Chiamatelo Sport

Hanno provato a correggere il tiro definendola “una mera provocazione per dire basta allo sfruttamento”.
Mi viene da dire che a volte proprio non ci si riesce ad assumere la responsabilità del silenzio.
Sul caso della MARATONA DI TRIESTE in tanti hanno espresso la propria immediata e condivisibile indignazione.
Ora che l’urto è stato assorbito proviamo a mettere da parte l’istinto e facciamoci guidare dalla ragione.
Se escludo non aggrego. Se escludo non cresco. Se escludo non esiste confronto.

Già queste tre circostanze basterebbero a urlare con forza: “QUESTO NON E’ SPORT”.
Si rischia di cadere nell’alibi del regolamento dell’evento ma qui lo sport non centra nulla.
Siamo di fronte ad un caso di una preoccupante sottocultura che sta prendendo piede nel nostro Paese e che a NOI SPORTIVI PGS non appartiene. Si perché non abbiamo bisogno di guardare al colore della pelle per costruire un tessuto sociale migliore e realtà più sicure.
Abbiamo lo strumento del quotidiano dalla nostra parte. Abbiamo le palestre ed i campi come luoghi dell’accoglienza dove insegnare ai ragazzi le REGOLE DEL GIOCO. Abbiamo obiettivi che solo INSIEME si possono raggiungere. Abbiamo la forza di ABBATTERE I MURI e di UNIRE ciò che la storia ha separato. Abbiamo il valore del SACRIFICIO quale unica possibilità per emergere. Abbiamo imparato che INCLUDERE ed INTEGRARE per noi significano COMUNITA’ SPORTIVA.

Correre è un gesto di libertà che non può essere negato a nessuno. Se allora vogliamo dire davvero basta allo sfruttamento lasciamo che tutti possano CORRERE LIBERAMENTE, altrimenti, per favore, NON CHIAMATELO SPORT.


Avv. Ciro Bisogno