Rugby Mixed Ability, Quando L’ovale Diverte Tutti

Far giocare a rugby i ragazzi con abilità diverse, senza dover riadattare le regole e snaturare il gioco. Questo è il sogno che Enrico Colzani, educatore professionale del vercellese, porta avanti con impegno e costanza dal 2008.

Dodici anni fa, infatti, assieme ad alcuni storici amici, Enrico ha iniziato un progetto di Rugby Mixed Ability, contraddistinto proprio da questo obiettivo. «Il Rugby Mixed Ability è una disciplina che, pur essendo aperta alla partecipazione dei disabili, è in tutto e per tutto uguale al rugby – spiega Enrico – A nostro parere, infatti, per includere non sono necessarie modifiche al regolamento di questo sport. Lo statuto del rugby, con i suoi valori di amicizia, rispetto e attaccamento, è di per sé inclusivo senza bisogno di alterazioni».

DIFFUSIONE

L’avventura è iniziata a Isana, prima con una squadra senior poi con la creazione di un vero e proprio vivaio. Nel 2011 il progetto si è spostato a Chivasso, dove è nata la Chivasso Rugby Onlus. Un’associazione che conta oggi una ottantina di atleti iscritti tra prima squadra e vivaio. «Ci alleniamo a Chivasso, Rivoli, Settimo Torinese, Mappano e altri posti in cui ci sono amici che ci mettono a disposizione le proprie strutture» spiega Enrico.

 

TUTTI ALLA PARI

 

Un progetto che, per forza di cose, non può prevedere solo allenamenti ma anche e soprattutto partite. «Riusciamo a giocare stabilmente quindici partite all’anno, incontrandoci anche con squadre di serie B e di serie C». Non ci sono campionati («non potrebbero esserci, dal momento che per quello servirebbero dei criteri che contraddirebbero lo spirito di questo gioco, che non ammette alcun tipo di classificazione») ma si tratta comunque di partite a loro modo ufficiali.

I risultati di ogni incontro vengono infatti registrati ed inviati all’Ari (Ability Rugby International), riferimento per la disciplina a livello internazionale. L’Ari elabora i risultati e stila ogni anno una classifica per ciascuna nazione. Esistono anche i mondiali, organizzati ogni tre anni dall’Imart (International Mixed Ability Rugby Turnment), altro importante organismo che, negli ultimi anni, ha raccolto diverso successo nei paesi anglosassoni. I prossimi mondiali si terranno quest’anno a Cork, in Irlanda.

CRESCITA

E in Italia? «Il movimento è in crescita anche nel nostro paese, nonostante il rugby sia uno sport minore. Oltre a noi, che siamo l’unica società certificata Imart e siamo alla terza partecipazione ai mondiali, ci sono altre società che stanno lavorando molto bene. Penso alla Roccia Rubano Rugby o alla Capitolina di Roma, anche loro pienamente coinvolte in questa disciplina».

LE PGS

Proprio una sfida tra il Chivasso e la Roccia Rubano è stata l’occasione per Enrico di entrare in contatto con il mondo PGS. «Su invito di Ruggiero Russo siamo stati a Rimini a partecipare allo “Sport insieme ugualmente diversi”, dove è andato in scena un bellissimo match contro la Roccia Rubano» racconta Enrico: «È stata un’esperienza bellissima e teniamo a ringraziare molto le Pgs per averci invitato ed ospitato gratuitamente. Per i ragazzi è stato fantastico». Ci saranno altre occasioni per collaborare in futuro? «Con le Pgs condividiamo tanti valori: pratica, sostenibilità, sviluppo, inclusività. Le premesse per lavorare di nuovo assieme ci sono tutte. A noi basta solo una struttura per fare sport, senza discriminazioni e classificazioni di alcun tipo».

Giulio Monga