Parole Di Adolescente

Cari amici PGS,

in questi giorni, navigando in internet alla ricerca di materiale utile per i ragazzi, mi sono ritrovata a leggere le parole di un adolescente che ben descrivono il proprio mondo. Ho pensato quindi di condividerle con voi, per riflettere insieme su una realtà che ci tocca da vicino, quali “educatori” all’interno del nostro habitat sportivo:

Siamo adolescenti. Pensiamo di stare vivendo il periodo peggiore della nostra vita, mentre tutti non fanno altro che ripeterci quanto sia bello avere 13, 16, 18 anni. Abbiamo un corpo che è nel pieno del suo vigore, ma non ne siamo per niente contenti. Odiamo tutto ciò che ci è vicino e amiamo tutto ciò che si trova lontano da noi! Ci piace etichettare le persone, ma non sapremmo definire noi stessi. Passiamo metà del tempo a cercare di distinguerci dalla massa e l’altra metà a cercare di uniformarci ad essa. Siamo capaci di infischiarcene delle catastrofi naturali, del bullismo e degli assassini a piede libero, ma piangiamo per i giorni in cui non possiamo andare ad un concerto dei nostri cantanti preferiti. Siamo convinti che nessuno possa capirci, ma probabilmente ne sarebbe in grado chiunque, se solo volessimo davvero raccontarci. Ci piace andare in discoteca, spostarci in motorino, bere e fumare per sentirci appena un po’ più grandi, appena un po’ più trasgressivi… e per lasciarci credere di poterci distinguere… Ma non siamo disposti ad ammetterlo, perché temiamo di essere etichettati come “secchioni”, “sfigati” o “emarginati sociali”. Amiamo ripetere che la musica ci ha salvati e che non potremmo vivere senza, ma ci limitiamo ad ascoltare le solite venti canzoni a ripetizione, a cantarle sotto la doccia o in macchina. Questo per noi significa “vivere in funzione della musica”.
Tuttavia non sapremmo davvero fare a meno delle nostre cuffie. Ci evitano così tante situazioni difficili come, ad esempio, parlare con la gente! La comunicazione manca. Abbiamo le E-mail, Facebook, Twitter, TikTok, Skype, WeChat, gli sms gratis e magari le chiamate illimitate… ma non sappiamo più comunicare!! Tantomeno ascoltare! Siamo immaturi, insicuri, irrispettosi, irascibili, ignoranti e maleducati. Un giorno odiamo i nostri genitori, il giorno dopo non vorremmo vedere nessun altro e non ci rendiamo neanche conto di quanto sia difficile per loro sopportare i nostri sbalzi d’umore!! Quando siamo fuori casa vogliamo rientrare, quando siamo a casa vogliamo uscire. Non siamo mai contenti e, se lo siamo, non dura mai più di qualche ora. Vorremmo cambiarci ma non sappiamo come si fa. Allora vorremmo scusarci per essere così fastidiosi ma ci sembra ancora più difficile. Non abbiamo né l’ingenuità dei bambini né la maturità degli adulti, perché non siamo né gli uni né gli altri, anche se a volte sembra il contrario! Amiamo le felpe ampie, i cappucci, gli occhiali da sole e qualunque cosa possa nasconderci ma, allo stesso tempo, chiediamo solo di essere notati! Idolatriamo attori, musicisti, atleti, ma non riusciamo ad accettare noi stessi. Siamo freddi, scostanti, menefreghisti. Ma dentro, dentro siamo ipersensibili e fragilissimi!! Facciamo i duri, ma abbiamo bisogno di tutto l’affetto che riusciamo a raccattare e non ci basta mai! Gli amici sono i nostri confidenti e consiglieri, ma spesso sono confusi quanto e più di noi stessi. In ogni caso, a nessuno raccontiamo proprio tutto. Qualcosa ce lo teniamo sempre dentro e, prima o poi, lo sfoghiamo piangendo. La notte sotto le coperte, al buio, prima di dormire, piangiamo in silenzio e la mattina dopo ripartiamo, un po’ stanchi ma sereni. Camminiamo a passo svelto e con lo sguardo fisso davanti a noi per nascondere l’insicurezza, ma non crediamo realmente di riuscirci. Siamo il più grande esempio di contraddizione della storia dell’umanità; lo dimostriamo perfettamente quando chiediamo coerenza agli altri! Eppure siamo fatti così, prendere o lasciare… E, per favore, NON LASCIATECI!!”.

Dite la verità, avete letto tra le righe i nomi di alcuni dei vostri ragazzi, magari per certi aspetti sì, per altri tutto il contrario, grazie a Dio… forse… O forse sarebbe il caso di rimetterci in discussione, io per prima, e farci qualche domanda: Con quali occhi li guardiamo? Sappiamo vederli per ciò che sono davvero? Quale mondo gli stiamo lasciando? Non ci staranno imitando in qualcosa che, magari indirettamente, gli abbiamo insegnato?

Eppure, sono i nostri ragazzi, intelligenti, velocissimi ad imparare, capaci di seguire i loro sogni, nonostante noi gli diciamo che sognare oggi, in questo mondo, è impossibile… e allora, ragazzi, camminate insieme a noi, insegnateci a sognare di nuovo, insegnateci a costruire il futuro!

 

Sr Francesca Scibetta
Referente Nazionale