Esport: Luci E Ombre

Realtà virtuale. Quante volte abbiamo sentito parlare di questa innovativa immersione in un mondo parallelo? Un tema che è stato affrontato con grande successo anche nei lungometraggi con film storici come Matrix, Inception, Nirvana o nelle serie tv più recenti come Black Mirror, Kiss Me First e Mr. Robot. Ma al di là delle rappresentazioni cinematografiche, cosa c’è di vero nella realtà virtuale? In realtà – strano gioco di parole – la tecnologia della VR (Virtual Reality) è andata molto avanti e ora si sta affacciando al mondo dello sport. Un tema affrontato anche dalla Chiesa nel documento sullo sport: “Dare il meglio di sé”.
Presto, infatti, potremmo vedere vere e proprie prestazioni sportive eseguite in luoghi insoliti e in modalità esteticamente grottesche ma non per questo senza valore.

Gaming e realtà virtuale

Partiamo da questo presupposto: i videogiochi di tipo sportivo saranno sport dimostrativo ai Giochi Asiatici in Indonesia 2018, essendo stati riconosciuti dal CIO quale attività sportiva. Gli Esport, infatti, richiedono delle vere e proprie prestazioni proprio come nell’immediato futuro avverrà con gli sport in VR.
Esistono molti simulatori – pensiamo agli astronauti, alla Formula 1 o a quelli in uso ai marines – capaci di far vivere agli stessi le dimensioni in cui devono andare a operare, potendo memorizzare traiettorie, percorsi e o situazioni. Tutte esperienze che vedono i fruitori immersi sensorialmente in una realtà parallela in cui – dopo pochi secondi dall’inizio – l’inganno virtuale coinvolge anche il cervello che asseconda gli altri sensi e cede alla realtà parallela.

La pratica dello sport nella realtà virtuale

Tutti gli sport che richiedono una memorizzazione visiva di traiettorie, luoghi e/o schemi sono già stati presi di mira dalla VR. E’ successo alle olimpiadi di Rio dove la Realtà Virtuale è stata impiegata proprio per preparare gli atleti.
Ora, però, la tecnologia si sta spingendo oltre. Grazie alla VR immersiva, ossia quella che prevede utilizzo di caschi occhiali e/o tute, è possibile vivere delle assolute esperienze come se fossero fisicamente vere. E’ nato un primo simulatore di calcio, composto da un oculus (un visore per realtà virtuale) e dei guantoni, che consente al fruitore di sentirsi immerso nei grandi stadi di calcio ed essere un portiere pronto a parare i tiri di Messi o di altri campioni del calcio.
A breve verrà commercializzato anche un primo simulatore di tennis dove si potrà giocare avendo la sensazione di colpire la pallina, muovendosi e correndo in una partita da disputare contro i più forti giocatori dell’ATP (Association of Tennis Professionals).
Ora immaginatevi quel locale di 100 mq con una grande vetrata – sfitto – nel centro della vostra città. Al suo interno persone che giocano a tennis con la Realtà Virtuale come se fosse una partita vera, seguiti da dei tutor che evitano loro di farsi male.
Ecco questa non è fantascienza. E’ il prossimo confine di un nuovo modo di intendere lo sport; non più un allenamento prettamente fisico ma un’esperienza dove l’aspetto mentale diventa predominante.Il passaggio tra sport e gaming ricorda molto quello che è stato un tempo il rapporto tra film e libri. Intanto, a scrivervi così tanto di performance sportive, mi è venuto l’affanno.
Mi siedo e mi riposo un po’.
Ci leggiamo presto.

Gaetano Favilla