Un Arbitro E La Pallavolo Oltre La Rete A Malta

Certe storie cominciano per poi tramontare nell’anonimato mentre altre sono l’inizio di qualcosa di sorprendente e inaspettato. Questo è il racconto di una maratona di pallavolo, di un evento sportivo nato dalla spontaneità di alcuni giovani giovani per sostenere La Casa della Provvidenza situata a Is-Siġġiewi (Malta).

Le origini della Maratona di Pallavolo

E’ il 1977 e a Malta nasce il movimento pallavolistico. A raccontarcelo è Nello Calleja, uno dei più importanti arbitri internazionali di volley… vero e proprio orgoglio della sua Malta. “Appena 9 anni dopo la nascita del movimento – sottolinea Nello – si è fatta la cosa che ha reso la pallavolo uno degli sport più importanti nel nostro Paese”.
I suoi occhi si illuminano tenuti per mano da nitidi ricordi capaci di districarsi tra slanci emotivi di gioia, orgoglio e nostalgia.
“Nel 1986 il Movimento Kerygma, legato a un prete domenicano e ai suoi ragazzi provenienti da Rabat (Malta n.d.r.), diede vita a un evento destinato ad entrare nella storia: una maratona di pallavolo”.
Un tentativo per sfruttare il dilagante exploit del movimento pallavolistico e portare attenzione e risorse a “La Casa della Provvidenza”, istituto maltese che dagli anni 60 si autosostiene per prendersi cura delle persone con importanti disabilità psico-motorie. Il risultato è strabiliante.

Le regole della Maratona di Pallavolo

Sorride Nello, difficile fermare il suo racconto. “Immaginate un mese e mezzo in cui circa 200 ragazzi maltesi, durante il periodo estivo, vivono a stretto contatto e affollano i campi di tutte le scuole per allenarsi come matti e prepararsi alla maratona di pallavolo”.

Un sistema complesso di attribuzione punti viene istituito per determinare i 40 ragazzi più meritevoli, quelli capaci di dare vita alla fase finale e partecipare alla maratona.
“Selezionati i 40, venivano divisi in 5 squadre di 8 giocatori ciascuna e poi cominciava il torneo”.
Nello Calleja fa un lungo respiro. Sembra raccogliere le forze… le stesse che erano servite a lui e ad altri per un’impresa sportiva senza eguali.
Immaginate 140 h di gioco ininterrotto (nel 2004 sono state addirittura 240h). Giocare a pallavolo senza mai fermarsi, giorno e notte con appena 2 ore di riposo tra una partita e l’altra”. 
Fisicamente era durissimo ma Nello sottolinea quanto siano state importanti le amicizie nate grazie alla maratona di pallavolo e quanti risultati concreti e tangibili abbiano portato in termini economici alla Casa della Provvidenza.

Lo Sport veicolo di solidarietà e pace

Un successo incredibile sin da subito. I giornali, le tv e la radio non fanno che parlare dell’evento. La seguono in diretta. le persone giungono da ogni dove la sera per assistere alla maratona.
“Cominciamo a raccogliere fondi grazie alle donazione spontanee. Sono sempre di più le persone che ci seguono e con loro aumenta anche la generosità… Basti pensare che negli ultimi 11 anni abbiamo portato oltre 3 milioni alla casa della Provvidenza”.

Un evento che ha un suo risvolto anche sociologico che Nello tiene molto a sottolineare. “Ha cambiato l’idea della disabilità dal punto di vista sociale nel sentire comune maltese, togliendo emarginazione e includendo le persone nate con importanti handicap psico-motori. Noi maltesi siamo fieri della Casa della Provvidenza”.
Sport veicolo di solidarietà ma anche di pace. La maratona di pallavolo negli anni ha ospitato alcuni centri domenicani di altri paesi tra cui Italia, Palestina e Israele. Un solo obiettivo, promuovere pace e solidarietà.

La Maratona di Pallavolo oggi

Negli anni la Maratona di Pallavolo ha cambiato faccia. “Oggi – sostiene Nello – dura 50h e si svolge direttamente ne “La Casa della Provvidenza” nel primo week-end di luglio. L’allenamento, però, inizia sempre a fine di maggio nelle scuole”.

La voce di Nello è capace di infondere un’allegria straripante e capisci subito l’entusiasmo che conduce tutti collaborare e aiutare questa incredibile maratona. “Noi ex partecipanti ci sentiamo sempre. Un’amicizia speciale che porta molti di noi ad aiutare, organizzare, allenare o a fare quello che si può. Io se posso faccio arbitro soprattutto notte per garantire il massimo sostegno ai pallavolisti che vi partecipano”.

Arbitro internazionale di pallavolo dal 2003, Nello Calleja è capace di scaraventarti nei suoi racconti con un impeto che ritrovi in pochi. La sua forza di volontà e il suo impegno sono tangibile e vanno oltre i grandi successi di un evento come la Maratona a cui ha contribuito sia come giocatore che come arbitro o direttore tecnico.
“Nel 2010 arbitravo in Lussemburgo. Per caso un collega tedesco mi ha fatto conoscere il sitting volley. E’ stato amore a prima vista. Dal 2011 sono arbitro internazionale sia di pallavolo tradizionale che di sitting volley e ho un sogno: far conoscere questo sport a Malta.
Molti dei disabili che vivono nel mio Paese restano chiusi in casa o si muovono solo per andare al lavoro. Uscire e fare sport può cambiare la sorti di ognuno di noi e degli altri. La storia della maratona di pallavolo ce lo insegna”.

Ha ragione Nello quando dice che fare sport è un dono che la vita ci fa. Praticare e favorire lo sport per gli altri è un modo per ringraziarla.

Aurelio Viscusi