Sport Educativo Ed Identità: Attenzione A Non Cadere Nell’equivoco

E’ certamente un periodo complesso per il Paese e di riflesso per lo sport italiano.

Alle incertezze che accompagnano il nuovo anno sportivo, ormai sull’uscio, si aggiunge una riforma dello sport – ovvero il decreto legislativo di attuazione della legge delega 86/2019 – al momento ferma al palo tra molti dubbi.
Ogni cambiamento normativo che incide su situazioni pregresse è inevitabilmente accompagnato da riflessioni condivise ma anche da opinioni contrastanti. Poi però esiste la sintesi del buon senso quando c’è da sostenere un interesse preminente di tutti. Nessuno escluso.

PGS in tal senso ha ritenuto giocare un ruolo unificante seppur esprimendo con profonda chiarezza, agli altri EPS, le proprie posizioni rispetto a quanto previsto nella bozza del Testo Unico ma condividendo un obiettivo preliminare rispetto a tante altre esigenze: la pari dignità degli Enti di Promozione Sportiva sia in termini di rappresentanza che in riferimento agli altri organismi sportivi.
Optare per tale scelta non equivale di certo a tradire la propria identità o a non tutelare gli ambiti associativi che caratterizzano la propria provenienza – oratori, parrocchie, Enti Morali – ma significa unicamente agire con forte senso di responsabilità rispetto alla rilevanza generale delle questioni in ballo. Ed allora attenzione a non cadere nell’equivoco dei ritornelli a volte cantati in maniera stonata e fuori tempo.

Identità e sport educativo guidano le scelte di una associazione come la nostra che ha nel suo tessuto non solo parrocchie ed oratori ma anche tante realtà laiche che decidono di aderire alla proposta PGS individuando in essa un modello in cui inquadrare le proprie attività.
La grandezza dello sport sta nella capacità di creare “ovunque” comunità che non si limitano ad erogare servizi ma vivono in pienezza la vita associativa diventando riferimento e “casa che accoglie” per tanti giovani.
Mi piace, a tal proposito, ricordare una riflessione sempre attuale di Don Juan Vecchi, VIII successore di Don Bosco, che guardava agli oratori salesiani come una missione aperta nel mondo giovanile: “L’oratorio salesiano nasce diverso dagli altri: non come una sede per proposte «di servizi normali» per chi ne volesse approfittare. E’ una scelta di determinati soggetti e se questi soggetti non si avvicinano bisogna, come prima mossa, uscire loro incontro”. In questo senso, come PGS dobbiamo sentire ancora più forte la responsabilità di ascoltare le esigenze di tutti, facendoci interpreti attenti delle istanze provenienti dai “vari luoghi associativi” che danno anima al nostro modo di stare al mondo dello sport.

Mi piacerebbe allora che a volte, accanto allo sport educativo ed alla identità cattolica, si parlasse di pastorale del quotidiano perché ci consentirebbe di ostentare meno certezze e ricercare le migliori strategie per arrivare ai giovani con occhi disincantati.
Ora è tempo di vacanze, di rigenerare i nostri pensieri ed i nostri desideri guardando al futuro con tanta fiducia e speranza.

avv. Ciro Bisogno
– Presidente Polisportive Giovanili Salesiane –