In Calabria Crescono Nuovi Animatori

‘Alleducatori’ è un neologismo che, nel mondo delle PGS, ha un significato profondo, facilmente intuibile nella sua accezione ma, al tempo stesso, tutto da scoprire e da comprendere. Educare i giovani attraverso lo sport e i suoi valori è un’ambizione da portare avanti con costanza e che, il più delle volte, ottiene risultati importanti.
Allenatori ed educatori che sentono propria la missione di lasciare un segno tangibile e indelebile di come lo sport possa essere fonte di nuovi orizzonti. Come Demetrio Rosace, responsabile del campo scuola (1° livello Allievi Alleducatori e 2° livello Alleducatori) della Calabria tenutosi in agosto nei comuni di Casali del Manco e Casole Bruzio, in provincia di Cosenza, che ogni anno dedica ferie e intere giornate all’accompagnamento dei ragazzi partecipanti, tra sport e momenti di raccoglimento: “E’ bello constatare – dice – che queste esperienze alla fine lasciano qualcosa nell’animo di questi ragazzi.
La maggior parte di loro termina il campo scuola con tristezza, molti non vedono l’ora di tornare“.

Campi scuola residenziali

Campi scuola organizzati secondo il metodo detto “residenziale”, che prevede un’immersione totale di una settimana nella vita comunitaria, che spazia dalla preghiera alle attività sportive (calcio, pallavolo e tante altre). Sette giorni in cui i giovani partecipanti possono, di volta in volta, apprendere il vero significato dello stare insieme, della condivisione, che rende più semplice, per i ragazzi, esternare le proprie emozioni: “Crediamo tanto – aggiunge Demetrio – che questa sia la formula vincente per aiutare i ragazzi, come accadeva una volta.
Non è facile, a volte crediamo di essere come un’oasi nel deserto, ma ogni anno l’entusiasmo ci porta a riprovare. Il nostro scopo ultimo non è dare nozioni tecniche ai partecipanti, ma provare a formarli integralmente“.

La formazione integrale

Il significato di formazione integrale è presto detto: lo sport è solo una parte del programma dei campi scuola. Vivendo un’esperienza comunitaria quotidiana, giovani ed educatori apprendono nel profondo molti aspetti che, per usare una definizione di Demetrio, “non possono essere spiegati a parole. Il nostro processo prevede il passaggio dal fare al saper fare, dal saper fare al saper far fare e dal saper far fare al saper essere”.
Un percorso che sembra quasi un gioco di parole, ma che ha scopi molto chiari, con attività che devono camminare a braccetto per tutta la durata del campo scuola, che quest’anno ha visto 27 partecipanti e un’equipe di 10 persone tra istruttori e animatori.

Impegni serrati

 

Giornate intense, scandite dalle attività sportive al mattino e dallo studio al pomeriggio. Nel mezzo, momenti di pregheria e laboratori pratici, con metodologie di insegnamento che mirano, attraverso un processo introduttivo, a stimolare la curiosità e l’ingegno degli studenti. La sera, invece, tante attività diverse da poter fare insieme, prima della buonanotte comunitaria.
Riempire la giornata dei ragazzi è un modo per consentire loro di mettere da parte lo scorrere del tempo e godersi a pieno i valori della comunità. Valori che sono propri dello spirito salesiano, della vita oratoriale, e che si ripropongono con forza nei campi scuola.

Marco Macca