Giubileo dello Sport, a Roma il convegno ‘Lo slancio della Speranza’

Di Gianluca Pace

Sport e fede si incontrano nel segno della speranza, parola chiave dell’Anno Giubilare. È questo il filo conduttore del Giubileo dello Sport, celebrato sabato 14 e domenica 15 giugno. A Roma sono arrivati migliaia di atleti, professionisti e amatori, allenatori e dirigenti di associazioni sportive, insieme ai loro familiari, provenienti da tutto il mondo. Un evento giubilare che si è aperto con l’iniziativa promossa dal Coni del “Villaggio dello Sport” in Piazza del Popolo: bambini, ragazzi e adulti hanno sperimentato diversi sport, con dimostrazioni pratiche; e hanno ricevuto informazioni sulle numerose discipline sportive.

Nella serata di sabato il pellegrinaggio da Piazza del Popolo fino alla Basilica di San Pietro per il passaggio comunitario della Porta Santa. L’evento si è concluso domenica mattina con la Celebrazione Eucaristica presieduta da Papa Leone XIV nella Basilica di San Pietro, e non in Piazza San Pietro come inizialmente previsto, a causa delle alte temperature.

Fede e sport al centro anche del convegno al Pontificio Istituto Patristico Augustinianum, sempre nell’ambito del Giubileo dello sport. Intitolato “Lo slancio della speranza: storie oltre il podio”, il convegno ha visto protagonisti campione di diverse discipline. Tutti in ascolto dell’invito di Papa Leone XIV ad essere “missionari di speranza”.

Un concetto ribadito anche da Thomas Bach, presidente uscente del Comitato Olimpico Internazionale. Non stiamo solo promuovendo sport, ma stiamo anche offrendo speranza: una speranza di dignità, una speranza di solidarietà ma soprattutto una speranza di pace”, ha spiegato il numero 1 dello sport mondiale, che ha poi auspicato che “il movimento olimpico conservi un legame forte con Papa Leone XIV nella promozione della solidarietà e della speranza”.

A fare gli onori di casa il cardinale José Tolentino de Mendonça, prefetto del Dicastero per la Cultura e l’Educazione: “Lo sport è luogo di speranza perché promuovendo i valori dell’umanità contrasta i rischi di una cultura dell’esclusione”.

Tra gli interventi quello di Suor Francesca Scibetta, Referente Nazionale delle Figlie di Maria Ausiliatrice e delle Polisportive Giovanili Salesiane: “C’è un legame molto forte e antico tra il carisma salesiano e lo sport, lo troviamo sin dall’infanzia di San Giovanni Bosco, quando era piccolo amava giocare e lo faceva con entusiasmo e spontaneità ed era un leader, attirava i compagni. Giocavano e si divertivano, poi pregavano. È un trinomio che tornerà nella vita, aveva un dono particolare, fin da piccolo sapeva intuire attraverso il gioco i sogni e i progetti che i suoi compagni portavano nel cuore. Da sacerdote a Torino offriva un cammino diverso ai ragazzi smarriti, che si erano trasferiti in città senza una famiglia, che rischiavano di prendere la strada sbagliata per bisogno o spinti da cattive compagnie. Proprio così sono nati gli oratori”.

Oggi, ha aggiunto Suor Francesca, “portiamo questo esempio: è importante giocare in mezzo a loro, permette di conoscere meglio i ragazzi. Così comincia l’azione educativa ed evangelizzatrice. Non bisogna riempire recipienti vuoti, ma tirare fuori quel che i ragazzi hanno dentro”. E le PGS attraverso lo sport portano avanti valori fondamentali per costruire una società diversa nel segno della Speranza.