L’effetto dazi irrompe anche sullo sport

 

I dazi annunciati dal Presidente degli Stati Uniti D’America Donald Trump, oltre ad avere già avuto effetto sulla Borsa a livello mondiale, rischiano di produrre un effetto devastante sull’economia. Compresa naturalmente quella italiana. Tra i comparti a rischio c’è anche lo sport, considerando che potrebbero essere colpiti alcuni beni della filiera produttiva, aumentando i costi delle materie prime.

Un aspetto particolare riguarda il merchandising. Una fonte di ricavi importante per le squadre di Serie A. I grandi club hanno una distribuzione del tifo estesa e tante squadre italiane hanno una proprietà americana che guarda a dove viene prodotto un bene. Se la maglia è prodotta in Paesi colpiti da forti dazi come la Cina, l’incremento dei prezzi sarà inevitabile.

I dazi di Trump avranno un impatto indiretto anche sulle leghe professionistiche del Nord America. Negli Stati Uniti si parla, ad esempio, già di un possibile aumento dei prezzi dei biglietti per le partite di hockey su ghiaccio, basket, calcio e football americano, Nba, Nhl, Mls e Nfl, a causa dei costi accresciuti delle forniture di materiali e attrezzature da Canada, Messico e Cina. Nell’hockey a soffrire saranno soprattutto le sette franchigie canadesi attorno a cui ruota un quarto delle entrate della lega professionistica. L’hockey su ghiaccio si configura come uno sport già di per sé caro per i giovani e a oggi si teme che la spirale inflazionistica scoraggi ancor di più le famiglie se sceglierlo o meno per i lori figli.

Ad essere colpito è anche il golf, sport molto caro a Trump che lo pratica regolarmente. L’azienda Usa di attrezzature per il golf Topgolf Callaway Brands, che usa pezzi e materiali di provenienti dalla Cina, ha già comunicato che i dazi le imporranno costi aggiuntivi per 5 milioni di dollari. Ad esempio, Amer Sports proprietaria di Wilson Sporting Goods, ottiene l’11% dei suoi ricavi da palline e racchette “Made in China”. I dazi toccheranno un settore che alla Wilson frutta 112 milioni di dollari dei 5,1 miliardi di fatturato annuale complessivo, un danno non trascurabile per il colosso sportivo.

Infine, le tensioni commerciali con i vicini e con il resto del mondo potrebbero ripercuotersi anche in termini di sponsorizzazioni su due grandi appuntamenti sportivi che gli Stati Uniti ospiteranno sotto la seconda presidenza Trump, i mondiali di calcio del 2026, organizzati proprio insieme a Canada e Messico, e le Paralimpiadi di Los Angeles nel luglio 2028. Nel contesto delle tensioni commerciali, i dazi imposti da Trump hanno sollevato dubbi e interrogativi anche sull’atmosfera che si respirerà durante i vari eventi sportivi in programma negli Stati Uniti, a partire dallaRyder Cup prevista per quest’anno.

La European Sponsorship Association ha però dichiarato alla Bcc che “sta monitorando attentamente la situazione e cercherà attivamente le opinioni della comunità delle sponsorizzazioni sportive. Come organismo rappresentativo, risponderemo di conseguenza se dovesse emergere un impatto negativo concreto sull’industria”.

Elisa Pugliese