Sono queste le due domande che devono animare il nostro modo di ESSERCI nel mondo dello sport italiano.
Le risposte che ci siamo date hanno fatto maturare in noi il pensiero che non siamo tutti uguali e nel rispetto – ma nella non condivisione – delle idee altrui abbiamo deciso di fare delle scelte ben precise.
Il non partecipare ad un convegno promosso da “UNA PARTE” della Promozione Sportiva Italiana non va inteso come lo snobbare un’iniziativa con l’aria da primo della classe ma solo di avere rispetto dei propri soci e dei tanti volontari che quotidianamente sacrificano il proprio tempo per provare a realizzare un progetto educativo sportivo.
Non ci sentiamo sicuramente migliori degli altri, ma semplicemente DIVERSI e con una storia di 51 anni alla quale non vogliamo voltare le spalle.
E’ una differenza di finalità, mezzi, prospettive, obiettivi, interpretazione dei regolamenti, percorsi storici che indica la nostra naturale collocazione.
Non abbiamo avvertito la necessità di PROVARE a darci un RUOLO attraverso la partecipazione ad una INIZIATIVA a margine del Coordinamento degli Enti di Promozione, ma in un momento di incertezza vissuto dall’intero panorama sportivo italiano, ABBIAMO SCELTO di dialogare e confrontarci con chi CONDIVIDE il nostro modus operandi.
Guarda caso anche noi abbiamo creato un OSSERVATORIO ma che non guarda alle statistiche numeriche con gli occhi degli Enti ma guarda allo sport con gli occhi dei giovani.
Ed allora una domanda sorge spontanea: quanto pesano “REALMENTE” i numeri della promozione sportiva italiana? Noi crediamo davvero tantissimo ma solo però col peso della credibilità.
Ecco perché la scelta del NON ESSERCI assume un significato più profondo.
Avv. Ciro Bisogno