2021 Giro d'Italia - Foto Petar Milošević CC BY-SA 4.0

In Giro per l’Italia: il ciclismo come patrimonio umano ed economico

Foto Petar Milošević CC BY-SA 4.0

Il ciclismo in Italia non è solo passione, tradizione ed eccellenza. Nel tempo ha sempre più rappresentato anche un patrimonio economico di dimensioni straordinarie.

Le analisi condotte sino ad ora mostrano quanto la bicicletta e l’economia formino un binomio vincente. Se l’industria del turismo è primaria in Italia, quella della bicicletta ha un peso economico rilevante. Ad esempio, come dichiarato da Giusy Virelli, Senior Sport & Event Manager – Ciclismo RCS Sport, il Giro d’Italia testimonia un impatto economico straordinario. I dati sottolineano un indotto di circa 600 milioni di euro, che nel medio-lungo termine arriva a 1,4 miliardi. Lo studio condotto con Banca Ifis (Studio Banca Ifis) indica che ogni edizione del Giro genera complessivamente due miliardi di euro. Dato che si riconferma anche per il Giro d’Italia 2025.

L’eccezionale risonanza del Giro è evidente non solo nei milioni di fan che hanno affollato le strade, ma anche nell’ampio pubblico televisivo di tutto il mondo, che è arrivato a toccare i 790 milioni di telespettatori e coinvolto spettatori in oltre 200 paesi. Numeri dunque che dimostrano l’incredibile portata mediatica e l’interesse suscitato da questo sport.

L’Italia è anche un polo di eccellenza nella produzione di biciclette e componentistica tecnica, basti pensare che il 77% delle squadre partecipanti al Giro d’Italia preferisce attrezzatura tecnica Made in Italy, evidenziando il profondo legame tra il mondo professionistico e l’industria manifatturiera italiana di élite. Il 56% della componentistica tecnica utilizzata dal mondo professionistico viene prodotta da azienda italiane e più del 42% delle biciclette utilizzate nel mondo dagli amatori nelle loro uscite settimanali è italiana.

Al momento, questo prezioso bagaglio di tradizione ed eccellenza viene promosso e portato avanti con tanta passione e competenza da amatori – si pensi ad esempio al cicloturismo, uno dei settori in più rapida crescita, i cui operatori specializzati nelle vacanze in bicicletta stanno assistendo a un’impennata della domanda – ed esperti del settore, ma, nonostante il suo straordinario valore, persistono alcune criticità legate al settore. Difatti, il patrimonio ciclistico rimane in gran parte inutilizzato come opportunità di business per l’industria italiana, ciclistica e non. Alcune barriere limitano gli investimenti nel settore e, a differenza di tanti altri sport, mancano programmi con l’obiettivo di coltivare il talento giovanile e di introdurlo nel contesto competitivo.

È certo dunque che ciclismo in Italia rappresenta un patrimonio economico di dimensioni straordinarie, considerato un settore chiave per la mobilità sostenibile e lo sviluppo economico.

È necessario sfruttare ancor di più le opportunità che questo sport offre, incrementandone il capitale umano, sociale ed economico a livello nazionale e internazionale. È tempo di investire nel ciclismo e cogliere tutte le opportunità che questo sport può offrire al nostro Paese.

Elisa Pugliese

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