Foto Antonio Fraioli
Riservato ma affabile, pastore e teologo. Robert Francis Prevost mette assieme aspetti umani e carismi spirituali diversi, in questo senso specchio del Collegio Cardinalizio che lo ha scelto lo scorso 8 maggio come 267.mo successore di Pietro.
Nato a Chicago nel settembre 1955 da una famiglia di origini spagnole, francesi e italiane, è il primo Pontefice americano. Appartenente all’ordine di Sant’Agostino, è stato a lungo missionario in Perù.
La scelta del nome, Leone XIV, è stata spiegata dallo stesso Papa Prevost com l’omaggio a Leone XIII: nato a Carpineto Romano, luogo caratterizzato dalla storica presenza dell’Ordine agostiniano; e soprattutto autore della “Rerum Novarum”, la prima Enciclica sociale, scritta durante la prima rivoluzione industriale per superare il conflitto tra capitale e lavoro. E la Chiesa oggi deve “rispondere a un’altra rivoluzione industriale e agli sviluppi dell’Intelligenza artificiale”.
Nel suo primo discorso dalla Loggia della Basilica di San Pietro, subito dopo l’elezione, visibilmente commosso ha per prima cosa invocato una “pace disarmata e disarmante per tutti i popoli”, disegnando una Chiesa “che cerca sempre di essere vicino a coloro che soffrono”. Significative anche le parole pronunciate nel suo primo incontro con gli operatori dell’informazione: “Disarmiamo la comunicazione da ogni pregiudizio, rancore, fanatismo e odio. Non serve una comunicazione fragorosa, muscolare, ma una comunicazione capace di ascolto, di raccogliere la voce dei deboli che non hanno voce”.
Papa Prevost guiderà certamente una Chiesa in cammino sinodale, secondo il magistero di Papa Francesco. Probabilmente con uno stile personale diverso: fuori dagli schemi tutti politici che contrappongono progressisti a conservatori; esponenti della gerarchia a quelli della periferia. Papa Prevost è chiaro (per alcuni progressista) sui temi sociali, così come è chiaro (per alcuni conservatore) sui temi cosiddetti “civili”. Ha vissuto nelle periferie del mondo, si è sporcato le mani con i problemi veri delle persone. E al tempo stesso è stato Priore dell’Ordine degli agostiniani e fino a pochi giorni prima della sua elezione aveva ricoperto la carica di prefetto del Dicastero dei Vescovi.
Questa d’altra parte è la ricchezza della Chiesa e della sua storia bimillenaria. E negli interventi pubblici successivi ha reso omaggio a tutti i suoi più recenti Predecessori. Continuità nel rinnovamento, sembra essere dunque la prospettiva di questo Pontificato. In piena adesione al Concilio Vaticano II.
Papa Leone XIV è anche uno sportivo, tifoso di calcio, si è autodefinito “buon tennista dilettante”. E hanno immediatamente fatto il giro dei social le sue foto a cavallo nella missione peruviana. Ama dunque lo sport e soprattutto ne riconosce la funzione educativa e sociale che permette ai giovani in particolare di vivere una dimensione personale e comunitaria autentica.
Ci sono allora tutti gli elementi per poter iniziare con il nuovo Pontefice un cammino insieme, lungo e bello. A passo d’uomo.
Giampiero Guadagni
Foto Antonio Fraioli