Sport e Pnrr: l’opportunità del Next Generation EU per rilanciare l’inclusione sociale

 

Gli enti del terzo settore sono coinvolti nel Pnrr all’interno della missione 5 denominata “Inclusione e coesione”, in cui viene data ampia rilevanza allo sport come strumento per promuovere l’integrazione sociale e l’inclusione. La crisi pandemica ha esacerbato i divari di reddito, di genere e territoriali che caratterizzano l’Italia, dimostrando che una ripresa solida e sostenuta è possibile soltanto a condizione che i benefici della crescita siano condivisi. In questo quadro, la quinta missione del Pnrr è stata pensata per evitare che dalla crisi del Covid-19 si venissero a costituire nuove diseguaglianze affrontando i profondi divari già in essere prima della pandemia, per proteggere il tessuto sociale del Paese e mantenerlo coeso.

Per soddisfare tali obiettivi, uno delle linee di intervento della Missione 5, quella relativa alla componente 2.3, investimento 3.1 della rigenerazione urbana e servizi sociali e per la disabilità, punta ad accogliere proposte progettuali che propongano la rigenerazione di impianti sportivi e la realizzazione di parchi attrezzati nelle aree urbane puntando su innovazione, resilienza e sostenibilità delle opere che verranno compiute.

In quest’ottica, al fine di raggiungere le Milestone e i target della linea d’intervento, gli enti del terzo settore possono essere coinvolti dagli enti locali e dagli enti Pubblici nella pianificazione in coprogettazione di servizi per offrire il proprio supporto alla realizzazione e alla gestione dell’intervento. Questa precisazione, inserita all’interno del Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza, ha messo in evidenza l’importanza delle sinergie tra imprese sociali, volontariato e Amministrazioni pubbliche, riflettendo la rilevanza ottenuta dalle parti sociali nell’offerta dei servizi pubblici.

L’investimento per la linea di intervento è di settecento milioni di euro e riguarda diverse tipologie di azione, tra cui: i)la costruzione e la riqualificazione di impianti sportivi, ubicati in aree svantaggiate del Paese, comprese le periferie metropolitane, nel rispetto degli obiettivi di transizione verde e mitigazione del cambiamento climatico e di trasformazione digitale; ii) la distribuzione di attrezzature sportive per le aree svantaggiate; iii) il completamento e l’adeguamento di impianti sportivi esistenti.

Due le tappe fondamentali collegate a questa linea di intervento, ovvero la presentazione e la selezione, conclusasi nel 2023, dei progetti finanziati e la realizzazione, entro giugno 2026, di almeno cento interventi relativi ad appalti per strutture sportive che dovranno coprire una superficie di almeno 200.000 metri quadrati.

Secondo le stime del Dipartimento per lo Sport presso la Presidenza del Consiglio dei Ministri, titolare della misura d’intervento, infine, i benefici sia sociali che di rigenerazione urbana riguarderanno i territori a minor capienza di strutture sportive con la realizzazione di 100 progetti selezionati che prevedranno un 50% di interventi di ammodernamento di strutture già esistenti sul territorio e un 50% di realizzazione di nuove strutture sportive, rafforzando il ruolo fondamentale dello sport come volano per l’inclusione e l’integrazione sociale.

Gabriele Mezzacapo